Chiuse in un anno 2500 imprese in Irpinia. Tasso di disoccupazione alle stelle con il 15%

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Avellino | Questa mattina alla Camera di commercio la presentazione del rapporto

Chiuse in un anno 2500 imprese in Irpinia
Tasso di disoccupazione alle stelle con il 15%

Per la ripresa puntare sull'export, la qualità dei prodotti e l'innovazione

Redazione Online

Aziende in crisi
Aziende in crisi

AVELLINO | Un export ancora in gran forma che sfiora il miliardo di euro, un’accresciuta competitività delle nostre produzioni tipiche: così l’Irpinia resiste al vortice negativo del trend economico italiano.

RAPPORTO IRPINIA | Venerdì 14 giugno, alle ore 10,30 presso la sede camerale di Piazza Duomo, il presidente Costantino Capone presenterà il «Rapporto Irpinia 2013», curato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Avellino. Interverranno il professor Paolo Stampacchia, ordinario di Economia e Gestione delle imprese dell’Università degli Studi di Napoli Federico II ed il professor Amedeo Di Maio, Ordinario di Scienze delle Finanze dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale.

GREEN ECONOMY AWARD | Al termine della presentazione, si terrà la premiazione di «Irpinia Green Economy Award». Sono 16 le candidature complessivamente pervenute e la premiazione delle aziende vincitrici è stata frutto di una difficile selezione perché molte presentavano proposte di grande interesse, per l’ambiente, per la qualità della vita dei cittadini, dei lavoratori o delle comunità locali.

LE IMPRESE VINCITRICI | Le realtà premiate dimostrano la vitalità dell’Irpinia che ha accettato la sfida della Green Economy e che punta su innovazione, ricerca e tutela dell’ambiente per competere. Per l’edizione 2013 saranno premiate: l'impresa Bruno S.r.l. con sede in Grottaminarda (settore gruppi elettrogeni); l'I.P.S. S.r.l. di S. Martino Valle Caudina (settore riciclo materiali inerti); e come start up l'impresa Elio Di Gregorio di Scampitella (settore energie rinnovabili).

CHIUSE IN UN ANNO 2500 AZIENDE | «La crisi c’è - afferma il presidente della Camera di Commercio di Avellino, Costantino Capone - e di certo non passerà tanto velocemente. Quasi 2.500 aziende in provincia di Avellino - continua - nell’ultimo anno hanno preferito uscire dal mercato con la conseguente perdita non solo di posti di lavoro, ma anche di competenze e tradizioni importanti. Non serve a nulla, però, continuare a piangersi addosso facendo riferimento a dati ed indici negativi che fotografano le difficoltà di un’economia che in Campania, come in Italia, non riesce a riprendersi».

LO SBOCCO DEI MERCATI ESTERI | La prima ragione di ottimismo, per il presidente Capone, è legata all’economia internazionale: «Il mondo continua a crescere trainato dai paesi emergenti e dalle politiche espansive di alcuni Stati». Da considerare anche un riorientamento delle vendite all’estero verso i mercati di sbocco più promettenti.

DIVERSIFICAZIONE DELLA PRODUZIONE | «Occorre analizzare i dati – aggiunge Capone – cercando di individuare le vie della crescita che, laddove sono state percorse, hanno dato risultati positivi. Mi riferisco alla diversificazione produttiva, all’ampliamento dei mercati di esportazione, alla qualità del prodotto, all’innovazione tecnologica».

LA VITALITÀ DEI GIOVANI | E ancora, il presidente Capone sottolinea che se il fenomeno della natalità imprenditoriale ha perso di vigore rispetto allo scorso anno, occorre tenere in adeguata considerazione la vitalità dei giovani che tendono a fare impresa soprattutto nel settore delle nuove tecnologie. «Ed è il segno che la vena irpina di imprenditorialità non si è affatto esaurita. Ed è un fattore vincente quando è collegata all’innovazione. Ci sono tutti i presupposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa».

IL GAP INFRASTRUTTURALE | In questa ottica, è da considerare prioritario il superamento del gap infrastrutturale dell’Irpinia e anche se il dato rimane negativo, qualcosa si sta muovendo nell’individuazione di un piano che ridefinisca in maniera adeguata le reti di trasporto e la mobilità e che tenga in giusto conto l’importanza delle reti telematiche.

PIÙ 10% DI DISOCCUPAZIONE | Sul fronte dell’occupazione, si registra il dato più preoccupante per la provincia di Avellino: nel 2012 il tasso di disoccupazione sale al 15,2% il livello più alto degli ultimi dieci anni, con un incremento rispetto allo scorso anno del 10%.

SERVONO INVESTIMENTI PUBBLICI | Di certo, nell’attuale fase recessiva, per far ripartire il ciclo economico sarebbe importante favorire un’iniezione di investimenti in primo luogo da parte del settore pubblico facendo ripartire un meccanismo di opere pubbliche, anche di piccola entità, con conseguenti ricadute positive in termini di ripresa delle attività economiche e sulle condizioni delle famiglie.

PAGAMENTO ARRETRATI | Ed è necessario a questo punto ribadire l’importanza di risolvere l’annosa questione dei pagamenti arretrati dovuti dalle Pubbliche amministrazioni alle imprese con la definizione di un piano di manutenzione e accelerazione. I ritardi nei pagamenti, infatti, rendono la situazione delle aziende ancora più critica. «Le imprese, precisa Capone - non possono essere il banchiere dello stato. Se forniscono un bene o un servizio, secondo quanto previsto dagli accordi, devono essere pagate in tempi rapidi. Altrimenti salta il sistema dei prezzi, si scatena la corsa alla cessione del credito, si percorrono strade non lineari che possono portare anche alla corruzione».

ACCESSO AL CREDITO | Anche l’accesso al credito rimane una nota dolente. Si confermano inoltre altri due fenomeni che da più anni interessano il contesto socio-economico irpino: l’invecchiamento della popolazione e la costante riduzione dei flussi turistici, sempre meno attratti da un territorio in realtà ricco di motivi d’interesse ma di fatto poco conosciuto.

Venerdì 14 giugno 2013

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