L'onorevole de Mita apre i lavori dell'assemblea delle regioni del mezzogiorno

«Udc, riorganizzazione partito non basta»

Bisogna cambiare per tornare protagonisti»

Rivedere la dimensione culturale per dare voce ad una parte della società che non si riconosce in questo sistema politico

Giuseppe De Mita
Giuseppe De Mita

ASSEMBLEA DELLE REGIONI DEL MEZZOGIORNO | L’onorevole Giuseppe De Mita, deputato dell’Udc, ha aperto i lavori dell’assemblea delle Regioni del Mezzogiorno promossa dal coordinamento nazionale dell’Udc a Salerno alla presenza dei gruppi dirigenti della Campania, della Basilicata, della Puglia e della Calabria.

SUPERAMENTO POLITICA BIPOLARE | «In questi mesi – ha dichiarato l’onorevole Giuseppe De Mita - siamo passati da una condizione depressiva per il risultato ottenuto alle Politiche ad una fase di preoccupante esaltazione per il risultato delle Amministrative. Il punto è stato guardare solo all’Udc e non comprendere che eravamo stati attraversati tutti da una condizione di cambiamento dentro dinamiche di forte instabilità. É in questo contesto che si è collocata la nostra posizione rispetto alla quale diventa prioritario oggi avere la lucidità per una ricostruzione veritiera di quello che è accaduto negli ultimi cinque anni. Noi non eravamo la forza terpolista, eravamo la forza politica che segnalava come il bipolarismo italiano si polarizzava tra l’essere a favore o contro Berlusconi. Nel 2008 abbiamo detto che quel sistema sarebbe andato in difficoltà. Questa era la nostra missione, esaurita la quale ora abbiamo la necessità di rinnovarci».

CAMBIARE PER ESSERE PROTAGONISTI | «Dire oggi che bisogna riorganizzare l’Udc significa avere un approccio anacronistico – ha continuato De Mita - L’esperienza dell’Udc si è conclusa il 16 novembre del 2011 con l’insediamento del governo Monti perché la nascita di quel governo era l’evidenza del fatto che il bipolarismo che avevamo contrastato era venuto meno. Come tutte le profezie, quando si è realizzata non sapevamo più dove andare. Il futuro ci è venuto addosso e abbiamo avuto la difficoltà ad immaginare la possibile evoluzione. La questione oggi non è riorganizzare l’Udc, la questione è andare oltre. Il punto di partenza è aprire ed aprirci ad una discussione che abbia innanzitutto una dimensione culturale e non organizzativa. Non dobbiamo essere egocentrici, possiamo recuperare credibilità solo se offriamo lo spazio ad altro. Dobbiamo, perciò, ridare voce ad una parte della società che non si riconosce in questo sistema politico e rimettere insieme tutta l’area non socialdemocratica. Dobbiamo lavorare alla ricomposizione di un bipolarismo che sia ritagliato sui bisogni della società. Da luglio, perciò, apriamo una discussione per metterci nella traiettoria del cambiamento possibile. Solo così potremo tornare ad essere protagonisti».

Venerdì 28 giugno 2013