Avellino | le vere ragioni della crisi del ciclo dei rifiuti

IrpiniAmbiente, il problema non è gestionale

Vantati crediti per 70milioni di euro dagli enti

Senza ritorno economico non si può più garantire il servizio pubblico

Raccolta differenziata dei rifiuti
Raccolta differenziata dei rifiuti

AVELLINO | La società Irpiniambiente interviene per chiarire alcuni aspetti strumentalmente travisati nelle dichiarazioni riportate dagli organi di informazione locale. «Innanzitutto va sottolineato che l’attuale problematica in atto non può essere ascritta al modello gestionale scelto per la funzione di gestore del ciclo dei rifiuti».

IL PIANO INDUSTRIALE PER LA DIFFERENZIATA | «I risultati del modello gestionale di Irpiniambiente sono racchiusi in quei pochi ed utili dati rappresentati dalle percentuali di raccolta differenziata che, dove è stato attuato il piano industriale, vanno al di là degli obiettivi prefissati. Stesso dicasi se parliamo dei costi di gestione che in molti comuni sono quelli sostenuti ante 2009 cioè nel periodo in cui la gestione era affidata ai Consorzi di Bacino, dai quali Irpiniambiente ha ereditato le maestranze, le attrezzature, gli impianti e quant’altro necessario allo svolgimento del servizio».

I MOTIVI CHE MINANO LA GESTIONE | «Qualcuno potrà dire che le gestioni precedenti sono risultate fallimentari, ma questo è altro discorso e forse le ragioni di ciò vanno ricercate in quei motivi che ancora oggi minano la gestione imprenditoriale di Irpianiambiente. Perché è di ciò che stiamo parlando. Non vi è impresa al mondo gestita dal più capace imprenditore che non abbia necessità di essere pagata per quanto ha prodotto. Anche perché l’impresa di cui si parla (Irpiniambiente) non rappresenta l’impresa ma un sistema economico, fatto da circa 100 imprese private, per la quasi totalità locali, che concorrono all’erogazione di un servizio anche se pubblico. Ed è questo il punto».

CREIDITI PER 70 MILIONI DI EURO | «Questo sistema economico sino ad oggi ha finanziato per la maggior parte il servizio erogato; lo dimostrano i crediti per circa 40 milioni che ha Irpiniambiente nei confronti dei suoi clienti (comuni,ecc,), il debito che ha Irpiniambiente nei confronti del sistema bancario per anticipazioni su canoni fatturati (circa 7 milioni), dei debiti che Irpiniambiente ha nei confronti dei suoi fornitori per circa 20 milioni. Se andassimo a sommare tali importi ci troveremmo di fronte ad una cifra di circa 70 milioni che in tre anni questo sistema economico ha messo a disposizione dei clienti di Irpiniambiente. Senza dire quanto l’Ente socio d’Irpiniambiente, ciòè la Provincia di Avellino, ha immesso nella società per capitale ed anticipazioni. Questo sistema economico oggi non è più in grado di sostenere quanti, mascherandosi dietro a problematiche diverse, non adempie ai suoi compiti istituzionali e obbligatori nei confronti di un soggetto impresa che svolge un servizio pubblico». 

I COSTI | «La maggior parte dei comuni paga il servizio nella misura ante 2010. Per esempio ad Avellino, non essendo ancora attivato il nuovo servizio il canone è quello del 2009. I Comuni che hanno attuato il nuovo piano pagano nella maggior parte dei casi importi superiori. Ma di quanto? E per un servizio del tutto diverso e rispondente alle esigenze di raggiungimento di percentuali di raccolta differenziata previste dalla legge. In più bisogna anche dire che quei conti economici (o per meglio dire il costo del servizio) fino al 2009 sono stati influenzati dalle provvidenze economiche nazionali e regionali che dal 1 gennaio 2010 non sono più presenti. Tant’è che una legge ha previsto in Regione Campania, sin dall’anno 2009 la copertura del costo del servizio a carico del cittadino, causando la lievitazione della TARSU.»

MOROSITÀ | Molti comuni lamentano che i ritardi nei pagamenti sono dovuti alle morosità dei cittadini che in alcuni casi, a loro dire rasentano il 30%. Non è così. L’analisi dei dati Equitalia dei pagamenti diretti ha dimostrato che la morosità si aggira in una percentuale del 5-10 %. Quindi a chi dice che oggi la crisi del sistema è causata dalla mancanza di capitali da investire nel sistema commette un errore, perché i capitali tra imprese fornitrici, società ed Ente Provincia sono stati immessi in una misura che forse nessun privato singolarmente avrebbe potuto impegnare, data anche la particolare congiuntura economica del nostro paese, e la convenienza dell’affare. E il principio generale che una società pubblica che eroga un servizio pubblico deve necessariamente erogare il servizio, trova le sue ragioni esclusivamente in quelle ideologiche, di formazione e opportunità, non certo in quelle di natura economica e di sostanza. Anche perché la legge per prima si è preoccupata di disciplinare la copertura economica dei servizi pubblici, individuando forme e modalità.»

CERCARE LE VERE CAUSE | «Quindi, proprio perché a quelli che hanno affermato che in Irpinia vi è crisi non perché il sistema (discariche, impianti) non funzioni, ma perché il modello gestionale non è quello adatto, va detto che le ragioni e le soluzioni vanno ricercate in altre direzioni che certo non sono il ritorno ai comuni della gestione del ciclo dei rifiuti o la partecipazione del privato al capitale della società».

Lunedì 13 maggio 2013