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AVELLINO | Si combatte sul campo da soli, in una piccola città o in un comune, davanti a un tribunale o una corte. Ma quella contro l’amianto non è mai una battaglia locale. Quando si lotta per il riconoscimento di un diritto negato nessuno può sentirsi chiamato fuori. E quella di oggi è davvero una giornata storica per l’affermazione della giustizia. Con un’incredibile coincidenza, non solo questa mattina è arrivata la sentenza di condanna a 18 anni di reclusione per disastro doloso dell’imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny, imputato a Torino nel processo Eternit, ma anche per Avellino ci sono state importanti novità sull’Ex Isochimica.
SEQUESTRO STABILIMENTO EX ISOCHIMICA | Il neo procuratore della Repubblica Rosario Cantelmo, ha disposto il sequestro preventivo dello stabilimento e dell’area dove è stata allocata l’azienda che per conto delle Ferrovie dello Stato era addetta alla scoibentazione dei vagoni e carrozze ferroviarie. Nel registro degli indagati sono state iscritte anche 24 persone con l’accusa di concorso in disastro ambientale doloso e cooperazione colposa in disastro ambientale
IN CAMPO LA FORESTALE | È stato il personale del N.I.P.A.F. (Nuclei Investigativi Provinciali di Polizia Ambientale e Forestale) Corpo forestale dello Stato di Avellino a dare esecuzione al decreto di sequestro.
A RISCHIO LA SALUTE PUBBLICA | «Il provvedimento – scrive in una nota il procuratore Cantelmo - deciso ai sensi dell'art.321 comma 3 bis c.p.p., è stato adottato d'urgenza, in quanto le ultime verifiche disposte da questo Ufficio, il cui esito è stato comunicato il 24 maggio scorso, hanno accertato che lo stato attuale di «ammaloramento» degli oltre 500 cubi di cemento-amianto friabile (su un totale di circa 2.767 tonnellate - 2.276.000 chilogrammi - di tale materiale lavorato) ivi illecitamente smaltiti, dal 1983 al 1988, nel corso dell'attività industriale dell'Isochimica S.p.A. è tale da imporre per essi una valutazione di generalizzata inidoneità a trattenere le fibre di amianto, la cui dispersione area aziendale va ad integrare quell'evento grave e complesso che, provocando effetti nocivi di natura diffusiva, espone a concreto pericolo, collettivamente, l'incolumità di un numero indeterminato di persone».
ATTI TRASMESSI AL TRIBUNALE | «La circostanza che in relazione alla vicenda in questione non sia ancora intervenuta una valutazione da parte di un organo giudicante (gli atti verranno trasmessi al gip presso il Tribunale di Avellino con richiesta di convalida del sequestro nei termini previsti dalla legge) non consente la divulgazione di circostanze diffuse. Tuttavia, ai fini di una minima informazione ritenuta indispensabile per la particolare rilevanza della vicenda nell'ambito della città di Avellino, appare opportuno precisare quanto segue».
INDAGATE 24 PERSONE |« Nel provvedimento di sequestro sono stati contestati a 24 indagati, a vario titolo, i reati di cui agli artt.110 e 434, comma 1 e 2 C.P. (concorso in disastro ambientale doloso), di cui agli artt.113, 434 in relazione all'art.449 comma 1 C.P. (cooperazione colposa in disastro ambientale) e di cui all'art.328 C.P. Sono in corso ulteriori indagini nei confronti di persone allo stato non identificate, ai fini dell'accertamento di eventuali, ulteriori coinvolgimenti e responsabilità nella mancata attività di bonifica e messa in sicurezza dello smaltimento e dell'area».
MESSA IN SICUREZZA E BONIFICA DELL’AREA | «All'atto del sequestro sono stati nominati custodi dello smaltimento e dell'area in sequestro il sindaco pro-tempore di Avellino e il dirigente dell'Ambiente del Comune di Avellino e, contestualmente, è stata rilasciata al Comune di Avellino - in persona del sindaco pro-tempore l'autorizzazione ad accedere all'area in sequestro per l'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza d'urgenza e di bonifica dell'area stessa, anche al fine di impedire l'ulteriore propagazione degli inquinanti ed il conseguente peggioramento della situazione ambientale».
OMISSIONE DOLOSA DI CAUTELE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO | « L'attività di indagine prosegue anche in ordine ai reati di cui agli artt. 589 C.P. e 590 C.P. relativi ai decessi di vari dipendenti della «Isochimica S.p.A.» ed alle lesioni in danno di altri lavoratori, nonché in ordine alla fattispecie di reato ex art.347 C.P. (rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro)».
Lunedì 3 giugno 2013
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