di Erre Bi
AVELLINO | Se mai le proibizioni avessero un Dna porterebbero iscritte nel loro codice genetico il meccanismo dell’opposizione. Non appena scatta il divieto, automaticamente si innesca il senso di protesta e la volontà di fare esattamente il contrario. Soprattutto quando sfugge il senso profondo della negazione e il tutto viene vissuto come una profonda ingiustizia.
LA CITTÀ BOCCIA L’ORDINANZA SUPERSANTOS | A gran parte degli avellinesi, soprattutto la fascia dei teen, non è piaciuta per nulla l’ordinanza del sindaco Foti sul divieto di giocare a pallone lungo le principali vie del capoluogo. Avessero altri spazi dove giocare ne sarebbero bene felici, ma quartieri e borghi mancano delle più elementari strutture sportive, per non parlare di semplici spazi verdi. Quindi le uniche aree dove potersi divertire restano proprio le strade.
FLASH MOB E MEME | Così bronci e musi lunghi, in un continuo rimbalzo dalla città alla rete, si sono presto trasformati in rimbrotti e poi via a scalare in polemiche, satira pungente, fino alle provocazioni con partite di calcio nei luoghi proibiti e flash mob. Le reazioni a catena non sono mancate nemmeno dall’altra parte: l’ordinanza è stata seguita alla lettera e ogni infrazione è stata sanzionata con multe salate. La linea a terra è stata tracciata e ciascuno resta fermo sulle proprie posizioni.
LE RAGIONI DI FOTI | Provare a indorare la pillola per cercare di far accettare il provvedimento restrittivo è un’impresa quasi impossibile, e questo il sindaco Foti lo sa benissimo. Tuttavia prova lo stesso a spiegare alla città il perché del divieto e lo fa dalla sua pagina Facebook. Si scopre così che questa decisione era matura già prima dell’arrivo a Piazza del Popolo del neoeletto. «L’ordinanza sul rispetto del beni comuni e privati e a tutela dell’incolumità dei minori e delle persone in generale – scrive Foti - è il frutto di esposti che diversi condomini hanno indirizzato all’amministrazione comunale, prima ancora che il sottoscritto arrivasse a ricoprire il ruolo di sindaco. Il commissario prefettizio non ha però fatto in tempo a firmare i provvedimenti».
RISPETTO CONVIVENZA CIVILE | «L’ordinanza in questione –precisa - non vuole essere solo un divieto verso episodi di schiamazzi e disturbo della quiete pubblica in orari lavorativi e notturni, ma anche uno stimolo al rispetto di quelle norme basilari che regolano la convivenza civile e la coesione sociale. Elementi fondamentali di una città che intende riacquistare quel senso civico che negli ultimi anni è andato svanendo».
SEGNALE DI RISPETTO | «L’ordinanza perciò – continua - non vuole limitare il gioco del calcio ai bambini e ai ragazzi che potrebbero tranquillamente divertirsi in altri spazi liberi o strutture più sicure della città, ma intende dare un chiaro segnale di rispetto delle abitudini altrui e quindi di giusta convivenza civile di cui Avellino ha tanto bisogno».
IN ARRIVO ALTRI PROVVEDIMENTI | «Altri provvedimenti sono in corso per arginare il fenomeno del commercio abusivo diventato ormai una regola in alcune zone della città o per limitare forme di vandalismo che rovinano l’immagine di Avellino. Il tutto – conclude Foti - nell’ottica di ristabilire e ripristinare quei due tasselli che negli ultimi anni sembrano essere svaniti nella nostra città: decoro urbano e senso civico».
Sabato 29 giugno 2013
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