Isochimica, finisce in Procura il dossier sugli ex dipendenti ammalati di asbesto

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Avellino | Sono oltre cento i lavoratori in attesa di avere giustizia

Isochimica, finisce in Procura il dossier
sugli ex dipendenti ammalati di asbesto

Le indagini difensive sono condotte dall'avvocato Enzo Bonanni

Redazione Online

Giustizia per tutti
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AVELLINO | Gli oltre cento lavoratori della ex Isochimica di Avellino, affetti da patologie asbesto correlate, continuano a chiedere giustizia. Oggi, 6 giugno 2013, i rappresentanti degli operai Carlo Sessa e Francesco D’Argenio hanno consegnato alla procura della Repubblica irpina un voluminoso dossier relativo alle indagini difensive dell’avvocato che li assiste, Ezio Bonanni.

DOSSIER IN PROCURA | Gli ex dipendenti dell’azienda che dal 1983 al 1988 ha scoibentato migliaia di carrozze ferroviarie delle Ferrovie dello Stato hanno dato mandato all’avvocato Bonanni di citare, quali responsabili civili, oltre alle FS anche i vari enti, a vario titolo, coinvolti nella vicenda Isochimica. Inoltre, i lavoratori chiedono che sia valutata la congruità delle determinazioni medico legali dell’Inail alla luce di quelle che sono le conclusioni del dottor La Verde, il quale riteneva che i postumi invalidanti fossero sicuramente superiori. In particolare, un ex dipendente delle Ferrovie dello Stato presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino, Grimaldi Vincenzo, esponente dell’Ona onlus ed afflitto da mesotelioma, chiede di essere ascoltato dal procuratore capo di Avellino Rosario Cantelmo, in merito a fatti e circostanze relativi alla committenza dei lavori da Ferrovie dello Stato all'azienda dell’imprenditore Elio Graziano e alla presenza in fabbrica di tale Francesco Formica, funzionario delle Ferrovie.

IL DIRITTO ALLA GIUSTIZIA DELLE VITTIME | L’Osservatorio Nazionale Amianto plaude alle iniziative assunte dalla procura della Repubblica di Avellino e, in seguito al decreto di sequestro preventivo dello stabilimento e dell’area circostante, disposto in via d'urgenza, chiede anche l’assunzione di misure cautelari conservative dei beni degli indagati, al fine di garantire il credito delle vittime e i danni erariali, sui quali dovrebbe agire la Corte dei Conti.

Giovedì 6 giugno 2013

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