di Erre Bi
AVELLINO | Allo scoccare della mezzanotte tutto cambia. Proprio come nella fiabe. Solo che per molti questa non è una favola, anzi è un vero e proprio incubo. A lamentarsi dell’ordinanza emessa dal comune di Avellino sullo stop all’alcol dopo le 24 nel fine settimana, non solo i ragazzi che, come era facile aspettarsi, trovano questa restrizione alquanto ingiusta, ma anche i gestori di pub e bar che vedono limitati i propri introiti proprio nelle lunghe serate estive, quando i consumi crescono e i guadagni aumentano.
VIETATO BERE ALCOLICI PER STRADA DOPO LE 24 | Il coro di proteste non ha smosso di una virgola quanto stabilito l’11 giugno scorso dal Prefetto Cinzia Guercio. L’ordinanza n.270 è di fatto entrata in vigore dal 15 giugno e durerà per tutta l’estate. Un provvedimento che, nelle intenzioni del Commissario straordinario, non vuole penalizzare nessuno, ma garantire una movida sicura e conciliare il diritto al divertimento dei più giovani con il diritto al riposo di chi resta a casa. Quindi come recita la disposizione: «Dalla mezzanotte e fino alle 7 del mattino seguente, nelle giornate di venerdì, sabato e domenica, è vietato consumare in luogo pubblico o di uso pubblico come marciapiedi, strade, piazze, giardini pubblici e aree verdi in genere, parchi, vicinanze istituti scolastici e parcheggi pubblici, bevande alcoliche e di qualsiasi gradazione, nonché di abbandonare, nei medesimi luoghi, qualunque contenitore vuoto di bevande o di alimenti». Per i trasgressori previste sanzioni da da 25 a 500 euro ai sensi dell’articolo 7/bis del DLgs n. 267/2000.
STOP MUSICA ALL’APPERTO DOPO LA MEZZANOTTE | A questa ordinanza se ne aggiunge un’altra, firmata proprio nello stesso giorno la n. 269 che riguarda le emissioni sonore: «Qualsiasi emissione sonora derivante da musica dal vivo o da musica comunque diffusa non deve arrecare disturbo alla quiete pubblica, alle attività e al riposo dei cittadini. Dovrà terminare, all’esterno dei locali e relative pertinenze, entro e non oltre la mezzanotte, fatta salva motivata autorizzazione sindacale in deroga, mentre, all’interno degli stessi, tale diffusione è consentita inderogabilmente fino e non oltre le 1». Anche qui i trasgressori saranno puniti con una sanzione amministrativa che potrà variare dai 25 ai 500 euro».
Mercoledì 19 giugno 2013
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