Più tasse comunali e meno credito dalle banche. La lenta condanna a morte delle imprese irpine

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Avellino | Aziende risucchiate dal vortice nero della CRISI ECONOMICA

Più tasse comunali e meno credito dalle banche
La lenta condanna a morte delle imprese irpine

L'accusa del presidente della Camera di Commercio Costantino Capone

di Erre Bi

Costantino Capone
Costantino Capone

AVELLINO | Nonostante i dati negativi del «Rapporto Irpinia 2013» sullo stato di salute delle imprese nel capoluogo e nella provincia, presentato questa mattina alla sede di Piazza Duomo della Camera di Commercio di Avellino, il presidente dell’ente Costantino Capone ha preferito cominciare la sua analisi sottolineando quelli che, nonostante la crisi, sono ancora i punti di forza dell’economia dell’entroterra.

L’IMPRENDITORIA GIOVANILE | Tra gli aspetti più incoraggianti, oltre all’export che fattura complessivamente quasi il 10% del Pil, c’è l’imprenditoria giovanile: «Nel 2012 sono le 568 le imprese in più targate under 35 – ha affermato - Questo dato è importante perché rivela molte cose: in Irpinia è ancora possibile fare impresa e le imprese le fanno sopratutto i giovani. Va aumentando anche la consapevolezza che il posto fisso appartiene al passato e occorre sacrificio, intraprendenza, passione e voglia di fare per crearsi opportunità di lavoro. D’altra parte dalla crisi se ne esce solo dando occupazione. E l'unica via per far questo è consolidare le imprese esistenti e farne crescere di nuove. Le altre strade sono tutte scorciatoie e non portano a nessun risultato».

SEI MILIONI DI EURO PER L’ACCESSO AL CREDITO | «L'ente che io presiedo – ha continuato Capone - vuole fare fino in fondo la propria parte per la crescita. Nel 2013 noi investiremo sei milioni di euro per agevolare l'accesso al credito e migliorare il processo di internazionalizzazione delle aziende. Inoltre per ottimizzare i processi formativi e ridurre il deficit strutturale sarà previsto uno stanziamento di un milione di euro in voucher per la diffusione della banda larga. In 57 comuni della provincia non c’è la banda larga. Noi dobbiamo mettere in condizione l'impresa, ovunque sia sulterritorio, di avere un'infrastrutture materiale che le permetta di comunicare e di competere con la competizione internazionale».

IL DATO POSITIVO DELL’EXPORT | Per quanto riguarda il potenziamento dell’economia la strada su cui puntare è l'export. Bisogna rafforza il trend positivo che in Irpinia segna + 4,5%: «Le nostre esportazioni – ha precisato il numero uno della Camera di Commercio - rappresentano il 10% del PIL, quasi un miliardo di euro. Questo vuol dire che esistono tante imprese che sanno fare prodotti innovativi a cui i mercati internazionali riconoscono il primato. Soprattutto nel settore agroalimentare. Questi dati devono essere enfatizzati. Soprattutto a fronte di un contesto di contrazione come quello del 2012».

LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE | Naturalmente sono anche molti i nodi che stanno strozzando l’economia. Il presidente della Camera di Commercio non ha dubbi: il primo, e il più grave, è rappresentato dalla mancanza di lavoro: «Nel 2012 la disoccupazione è arrivata al 15%, nel 2009 era al 7 %. Aumentano i disoccupati tra i laureati. Noi non ci possiamo permettere il lusso che il capitale umano, fondamentale per la riscossa e la riorganizzazione del nostro contesto economico, vada in altri parti e non faccia più ritorno da noi».

CECITÀ DEL MONDO DEL CREDITO | Bisogna poi considerare come ostacolo allo sviluppo la totale assenza del mondo del credito: «Le banche nel 2012 ad Avellino e provincia hanno raccolto 8 miliardi di euro, ma ne hanno investiti solo 4.5. In due anni hanno erogato 400 milioni di euro in meno alle imprese. Il trend delle sofferenze sta diminuendo, quindi non hanno nessun alibi a questo tipo di comportamento. Devono assumersi fino in fondo le proprie responsabilità . Hanno un ruolo fondamentale per il consolidamento e la nascita di nuove imprese».

TASSAZIONE COMUNALE ELEVATA | «Un altro dato negativo che mi dispiace evidenziare - ha concluso Capone - è l'aumento del costo inflattivo. In Irpinia è del 4,5% rispetto al 2 % della media nazionale. Questa cosa è stata generata dall'aumento delle tariffe e sopratutto all'aumento della tassazione comunale. Se l'idea della gestione dei comuni è quella di tartassare in termini di nuove tasse le imprese e le famiglie noi non conosceremo mai più la ripresa perché queste risorse vengono a sottrarsi alle possibilità di spesa e solo aumentando i consumi noi riprenderemo la strada dello sviluppo».

Venerdì 14 giugno 2013

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